• Pubblicata il
  • Autore: Martin Raul
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Il ritorno - Trapani Trasgressiva

Angela non disse niente a Giorgio perché lo vedeva troppo contento, ma per lei quella non era una buona notizia. Ivan tornava all’università e, notizia ancora peggiore, si trasferiva a casa di Giorgio. Credeva di essersene liberata quando lui aveva deciso di tentare la carriera militare ed invece avrebbe incontrato di nuovo quella persona così volgare ed insopportabile ogni volta che sarebbe entrata nella casa del suo ragazzo.
Lei e Giorgio stavano insieme da tre anni. Si erano conosciuti all’Università quando lei e la sua amica Daniela, nonostante fossero delle matricole, entrarono a far parte della cerchia di amici di Giorgio e Ivan. Fin da subito si era chiesta perché un ragazzo così dolce e brillante come Giorgio potesse venerare in quel modo una persona che era il suo opposto, che sapeva far ridere solo con battute volgari, che indossava per giorni gli stessi abiti tanto da farli puzzare, che quando ti parlava ti guardava in un modo tale da non farti mai capire se fosse serio o se ti stesse prendendo per il culo.
Anche fisicamente non si somigliavano affatto. Giorgio non era molto alto, col fisico asciutto da calciatore, i capelli corti e sempre ben curati, i denti magnifici; Ivan invece era enorme. Alto dieci centimetri buoni più di Giorgio, spalle possenti, mani e braccia massicce, con i capelli già un po’ diradati ed un sorriso accattivante che restava uno dei suoi pochi pregi. Ivan ci provò subito. Angela non se l’aspettava ma comunque gli fece capire chiaramente che non era aria. Era la prima volta che qualcuno mostrava interesse per lei; ai tempi del liceo, infatti, i suoi compagni le avevano sempre preferito le altre, Daniela su tutte, ed il fatto che un uomo volesse lei e non la sua amica un po’ la inorgogliva. anche se Ivan non le piaceva per niente.
“Perché? Mica è poi così male?” le disse Daniela quando Angela le parlò della cosa
“Guarda che se ti interessa - fece Angela – hai via libera, inoltre per lui sono troppo bassa e, conoscendolo ho anche le tette troppo piccole!” continuò indicando il florido seno di Daniela.
“Sarà - fece Daniela - ma hai un culetto tondo e sodo da paura e niente eccita gli uomini più del culo! E poi hai quel visino angelico da ragazzina ingenua...io non mi meraviglio che Ivan sbavi per te!”
“Scema!” disse Angela ridendo.
“Comunque so bene che a te piace Giorgio” continuo Daniela
“Stai zitta – riprese Angela – tanto è un sogno impossibile, non mi vede nemmeno e poi finché Ivan mi ronza intorno lui non farà un passo, è troppo nobile!”
“Se lo vuoi davvero - le disse Daniela – datti da fare e sarà tuo.”
Ed infatti fu suo. L’attrazione tra i due nacque poco a poco ma crebbe ogni giorno di più; tutti nel gruppo se ne accorsero, anche Ivan che però ancora per un po’ le fece il filo. Questo contribuì a far crollare definitivamente la considerazione che Angela aveva di quel ragazzo che la corteggiava spudoratamente nonostante il suo migliore amico mostrasse per lei un palese interesse, per di più altrettanto palesemente ricambiato.
Tra lei e Giorgio le cose comunque accelerarono. Una serata al cinema, il primo bacio al chiaro di luna, qualche giorno di clandestinità e poi l’annuncio: Angela e Giorgio stavano ufficialmente insieme. Dopo qualche mese i due conobbero il sesso per la prima volta insieme. La cosa in sé non fu un granché per Angela, ma fu bellissimo stare abbracciata a lui dopo; pensò tra sé e sé che per quello che la riguardava il mondo poteva finire quel giorno perché più felice e serena di così non si poteva stare. Poi cominciò ad andare meglio anche dal punto di vista del puro piacere fisico. Giorgio diventava sempre più bravo a fare l’amore, gli orgasmi arrivavano uno dietro l’altro, ma per lei il meglio rimaneva sempre il dopo; sentire il suo corpo ed il suo respiro che tornava regolare insieme al suo, parlare del futuro, addormentarsi nuda insieme a lui; finche successe una cosa imprevista. Angela ebbe il ciclo con una settimana di ritardo e per loro fu una settimana d’inferno. La cosa colpì molto Giorgio che decise unilateralmente di vivere da lì in avanti in castità perché non era in grado di garantire ad un eventuale bambino in arrivo il futuro che sognava per i suoi figli. Angela accettò la cosa e tutto sommato non sentiva grande mancanza del sesso, però a volte si ritrovava a pensare a quando facevano l’amore, al suo magnifico torace scintillante di sudore, alla sua bocca che le baciava i seni, al suo pene che le entrava dentro deciso, ma con delicatezza. Finiva spesso per masturbarsi pensando al suo ragazzo, e le piaceva pensare che magari nello stesso momento Giorgio era in camera sua a masturbarsi pensando a lei.
Ivan smise di corteggiarla appena la storia con Giorgio divenne ufficiale; di tanto in tanto però scherzando con Giorgio gli diceva di stare in campana perché nonostante la loro amicizia per una ragazza bella come Angela avrebbe commesso qualsiasi nefandezza. Giorgio ci rideva, ma Ivan ogni volta che gli rifilava questa storia guardava Angela con uno sguardo che alla ragazza sembrava maledettamente serio; quello sguardo la faceva sentire a disagio e contribuiva ad alimentare l’odio che Angela provava per Ivan. E poi ne era gelosa perché Giorgio passava molto tempo con lui, anche dopo essersi messo con lei, vuoi per il calcetto, vuoi per una birra, vuoi per prepararsi agli esami, Ivan continuava a mettersi in mezzo, ed la ragazza continuava a domandarsi come facesse il suo ragazzo a considerarlo il suo migliore amico, erano due persone diversissime: quanto colto ed educato era Giorgio tanto gretto ed inurbato era Ivan. Amavano film diversi, leggevano cose completamente antitetiche, non c’era nulla che li accomunava se non la passione per il calcio, eppure nulla piaceva di più a Giorgio che passare del tempo con Ivan. Questo Angela proprio non riusciva a sopportarlo. Per questi motivi la notizia che Ivan lasciava gli studi per arruolarsi le arrivò graditissima così come sgraditissima le arrivò quella del suo ritorno.
Nel frattempo Giorgio aveva finito gli studi in Ingegneria, ed aveva trovato lavoro in una prestigiosa azienda informatica di Formia, ma non aveva abbandonato il suo piccolo appartamento a Roma per restare vicino a lei che viveva ancora con i genitori. Il ragazzo si sobbarcava un ora e mezza di treno ogni mattina e quasi due la sera, per stare un po’ con lei dopo cena e nei fine settimana.
Il giorno maledetto arrivò. Giorgio rientrò dal lavoro più raggiante che mai con Ivan che lo seguiva, entrambi carichi di borse. Angela che aveva le chiavi dell’appartamentino li aspettava e gli fece trovare pronto da mangiare. Per lei fu una bruttissima serata. Chiusa in silenzio che giustificò a Giorgio con un finto mal di testa, vedeva il suo ragazzo ridere come un matto alle insulse storielle di Ivan che raccontava aneddoti di caserma. Sapeva bene che ci sarebbe voluto un po’ di tempo per riabituarsi alla presenza di Ivan. Ma la cosa peggiore doveva ancora succedere. Giorgio andò in bagno, Ivan appena senti l’amico girare la chiave, disse alla ragazza:
“Altro che mal di testa. Tu non vuoi che io sia qui!”
Angela fu gelata da queste parole. Come cazzo aveva fatto a capirla? Non volle dare però segno di essere stata presa alla sprovvista e replicò:
“Pensa quello che vuoi. A me la testa sta scoppiando davvero!”
“Sei diventata ancora più bella, lo sai?”
Colta ancora alla sprovvista. Si senti arrossire di rabbia e di vergogna. Poi piantò gli occhi in faccia al ragazzo e sibilò:
“Ricordati che sono la donna del tuo migliore amico! Una sola mossa sbagliata e Giorgio su di te ci mette una croce!”
“Ehi bimba, come te la prendi! - la canzonò lui - Io tengo a Giorgio che ti credi? Sono contento per lui ché durante la mia assenza se l’è spassata con un bocconcino come te mentre io mi facevo le seghe in caserma!”
La ragazza non disse nulla. Non credeva affatto però che lui avrebbe rispettato l’amicizia con Giorgio. Se solo lei si fosse dimostrata disponibile il porco le avrebbe fatto la festa. Angela ne era convinta. Due cose la sollevarono un poco: il fatto che Giorgio non avesse rivelato ad Ivan la storia della vita in castità ed il rumore dello sciacquone del bagno che annunciava il ritorno del suo ragazzo e la fine di quella sgradevole chiacchierata. Appena Giorgio rientrò in cucina la ragazza gli chiese di riportarla a casa perché il mal di testa era insopportabile. In macchina Angela tentò l’ultima disperata mossa e disse chiaramente al ragazzo:
“Non voglio che Ivan stia a casa tua. Non avremmo più un po’ di tempo per noi due!”
“Non esiste - rispose lui quasi urlando - non metto Ivan sulla strada. Non avresti nemmeno dovuto chiedermelo!”
Giorgio si girò verso Angela e la vide sull’orlo delle lacrime, si pentì un po’ di aver reagito così bruscamente e, con tono più conciliante riprese:
“Scusa amore! Lo so che sarà più difficile stare da soli, ma non ce lo faremo mancare. Te lo prometto. E poi Ivan ha detto che la sistemazione da me è temporanea: mi ha confessato che dopo due anni in camerata vuole una casa per conto suo. Dagli solo il tempo di trovarla.”
Nel frattempo erano arrivati sotto casa di Angela. Lei baciò Giorgio sulla guancia e gli sussurrò in un orecchio:
“Ho voglia di fare l’amore!”
Lui la guardo con tenerezza e le baciò le labbra.
“Se tutto va bene -disse lui sorridendo - tra due mesi firmo il contratto a tempo indeterminato e finalmente potrò amarti appieno!”
Angela gli augurò la buonanotte sorridendo e mentre scendeva dalla macchina lo mando mentalmente a fare in culo assieme alle sue fissazioni del cazzo. Quella notte sognò di fare l’amore con Giorgio. Lui era sopra di lei, la penetrava con strana violenza e le mordeva il seno destro; raggiunse l’orgasmo insieme a lui ed il suo uomo si staccò dal suo petto e inarcò la schiena ruggendo per il piacere. In quel momento Angela vide che non stava facendo l’amore con Giorgio ma con Ivan. Si sveglio all’istante soffocando in gola un urlo che avrebbe svegliato tutta la casa. Rimase impietrita per cinque minuti seduta sul letto nel buio più totale con la vagina umida e pulsante. Non riusciva nemmeno a pensare. Poi sospirando si infilò nuovamente sotto le coperte. Un sonno greve e privo di sogni la colse fino alla mattina seguente.
La mattina dopo non aveva lezione, ma andò comunque in facoltà per studiare. Verso le nove ricevette un sms da Giorgio che le chiedeva di passare a casa sua, prendere la bolletta del gas e pagarla ché stava andando in scadenza. Angela rispose con un messaggio telegrafico pensando che il suo super amico non aveva nemmeno il tempo di pagare una bolletta.
Verso le undici arrivò all’appartamento di Giorgio. Mentre saliva le scale vide scendere una ragazza, mentalmente battezzata Cecilia, senza esserne poi così sicura, che per un periodo era stata l’amante di Ivan, mentre il suo ragazzo ufficiale se ne stava in Molise a spaccarsi la schiena nell’officina del padre. Ivan aveva ripreso immediatamente le vecchie abitudini pensò. Arrivata alla porta suono con decisione il campanello. Nessuno aprì. Diede una scampanellata più energica ma Ivan non venne ad aprire e lei allora decise di usare la sua chiave. Apparentemente l’appartamento sembrava deserto, forse Ivan era uscito prima della ragazza. Andò al portaoggetti dove Giorgio metteva sempre le bollette ed aveva appena trovato quella da pagare quando la voce di Ivan tuonò alle sue spalle:
“Come cazzo sei rientrata e che cazzo stai cercando?”
Angela si girò e vide Ivan completamente nudo. La barba di due giorni, il petto coperto da peli che si infittivano al pube da dove emergeva un membro ben più grande di quello di Giorgio, anche se completamente non eretto. Ivan fu sorpreso di trovarsi di fronte ad Angela e sinceramente imbarazzato continuò:
“Scusa! Credevo fosse un’altra persona”
Angela fu sorpresa dal suo imbarazzo. Avrebbe potuto non dire niente e far cadere la cosa lì, ma per qualche oscura ragione disse:
“Beh? Adesso che hai visto che non sono la tua puttanella che ne dici di coprirti? Lo spettacolo non è dei migliori!”
Se ne pentì immediatamente. Sapeva che Ivan non gliel’avrebbe fatta passare liscia. Infatti il suo imbarazzo sparì all’istante e riacquistando il suo ghigno le disse:
“Immagino che quello di Giorgio sia meglio! Sappi però che se adesso lo vedi così è perché ho scopato per tutta la mattina. Avresti dovuto vederlo quando stavo in azione! Avresti dovuto sentire come mugolava quella puttanella, come la chiami tu! Avresti dovuto sentire quanto era duro! Comunque dammi cinque minuti e ti faccio vedere!”
Angela non disse niente. Era arrossita e stava lì per piangere dalla vergogna. Strinse tra le dita il cartiglio della bolletta ed ebbe appena la forza di mormorare:
“Ero venuta a prendere questa per pagarla.”
Senza guardare più Ivan raggiunse la porta ed usci. Si diresse all’ufficio postale camminando lentamente; l’immagine di Ivan nudo davanti a lei non si decideva ad abbandonare la sua testa.
Le poste erano deserte, in due minuti entrò, pagò ed uscì. Si incamminò verso la fermata del bus e dovette per forza ripassare sotto casa di Giorgio. Si fermò al portone. Avrebbe dovuto risalire a casa la ricevuta, lo aveva sempre fatto e Giorgio le avrebbe chiesto perché se ne era dimenticata. Non voleva ritrovarsi sola con Ivan, ma pensò anche che in futuro Giorgio le avrebbe potuto chiedere di andare a casa sua per qualche altro motivo e che finché Ivan era da lui il rischio di stare in quell’appartamento sola con lui era dietro l’angolo. Tanto valeva affrontare subito le proprie paure.
“E poi se io non voglio non può succedere niente” si disse ad alta voce per convincersi.
Non voleva altre brutte sorprese così suonò il citofono. Ivan rispose subito; lei disse che doveva riportare a casa la ricevuta del gas e chiese a lui di aprirle la porta. L’unica risposta che ebbe fu lo scatto del portone che si apriva. Salì le scale rapidamente, la porta era socchiusa. Entrò chiedendo permesso ma Ivan non rispose e non si fece vedere, andò al portaoggetti, lascio la ricevuta, e salutò Ivan ad alta voce credendo che il ragazzo fosse in bagno. Invece Ivan era all’ingresso. Il ragazzo, che indossava una t-shirt e dei jeans stinti, la fissò negli occhi e con tono quasi solenne pronuncio quattro parole:
“Cinque minuti sono passati!”
Ivan chiuse la porta di casa e girò la chiave. Angela era pietrificata. Il ragazzo la prese e le baciò il collo con dolcezza. Si era rasato e lei fiutava il buon odore del suo dopobarba. Angela sentiva la pelle d’oca per tutto il corpo ed i capezzoli diventarle duri, mugugno una qualche protesta ma lui le chiuse la bocca con un bacio. Baciava da maestro. Le mani di Angela che stavano ancora cercando di respingerlo si arresero per ultime, e scivolarono dietro alle spalle di Ivan cingendolo in un abbraccio. Ivan invece aveva la sua mano destra sul sesso della ragazza e lo massaggiava attraverso i pantaloni. In quel momento Angela non capì più niente. Da troppo tempo un altro corpo non esplorava quel territorio. Ivan la sollevo e la portò in camera di Giorgio. La depose sul letto e fu sopra di lei. La spogliò rapidamente e quando lei fu completamente nuda cominciò a baciarle un piede, poi il polpaccio, poi dietro il ginocchio, poi l’interno delle cosce. Infine le baciò la vulva ed inizio a leccarle tutta la figa. Angela non riusciva a non mugolare per il piacere; Non aveva mai permesso a Giorgio una cosa del genere, credeva fosse volgare, ma adesso stava godendo come non mai. Sentiva la lingua di Ivan che cercava la sua clitoride, le mani di lui che le accarezzavano l’addome e le stringevano i piccoli seni; aveva paura che i vicini la sentissero ma non riusciva a stare in silenzio, comincio a sibilare dei “sì” e sentiva l’apoteosi che si avvicinava. Lui era ancora in jeans e maglietta e continuava imperterrito a leccarle l’intimità. Angela raggiunse il culmine. Strinse le mani nei capelli radi del suo amante e col poco fiato che riuscì a tirar fuori gli disse: “Ivan, spogliati ché voglio averti dentro di me.”
Il ragazzo si stacco da lei con i suoi fluidi sul viso e guardandola negli occhi si tolse la t-shirt ed i pantaloni. Salì sul letto ed Angela gli tolse anche i boxer dai quali uscì il suo pene stavolta eretto e pronto a farla impazzire di nuovo. Ivan la fece mettere prona sul letto. Lui si avvento su di lei e le mordicchiava la nuca, lei sentiva il suo pene tra le natiche, poi Ivan mise le mani sui suoi fianchi e le sollevò il bacino. Angela sentì le sue dita che si infilavano nella sua calda fessura che presto torno a bagnarsi, la ragazza stava tornando in estasi ed iniziò di nuovo a gemere. Erano sul letto in una strana posizione: lei a quattro zampe e lui al suo fianco con una mano che le massaggiava la clitoride e l’altra che le accarezzava i seni. Poi finalmente lui le si mise dietro ed appoggiò la punta del pene alla fessura spingendo poi con decisione. Angela urlò. Era meraviglioso. Il pene di Ivan entrava ed usciva da lei facendola godere da matti. La ragazza guardò alla sua sinistra e vide i loro corpi riflessi nello specchio. Una classica pecorina: altro terreno mai esplorato nel periodo in cui lei e Giorgio facevano sesso. Lei a quattro zampe ed Ivan dietro in ginocchio col suo cazzo che andava su e giù. La scena la eccitò da morire, smise di guardare lo specchio e inarco la schiena all’insù aumentando il volume dei mugolii, non gli interessava più non farsi sentire. voleva che Ivan capisse quanto stesse godendo; altro che Cecilia! Poi arrivò l’orgasmo più intenso della sua vita. Le braccia le crollarono ed affondò la testa nel cuscino gridando ripetutamente il nome di Ivan mentre sentiva il ragazzo accelerare il ritmo ed urlare, per poi uscire da lei rapidamente schizzandole tutto il suo sperma sulla schiena.
Erano passati dieci minuti ed Angela non riusciva ad alzarsi dal letto. Pensava alla sua prima volta con Giorgio su quello stesso letto. Come era stato diverso il dopo. Adesso stava lì da sola completamente nuda con la faccia sul cuscino e con la sensazione di umidiccio sulla schiena. Ivan l’aveva lasciata lì da sola senza dire una parola. Si era rimesso i pantaloni e la maglietta ed era uscito. Lei si sentiva una stupida ed una puttana. Aveva tradito Giorgio! Aveva tradito il suo ragazzo con una persona che disprezzava, ma non aveva mai goduto così in vita sua. Rivedeva nella sua testa la scena vista allo specchio: Ivan dietro di lei che la sfondava, ed il solo pensiero la faceva bagnare di nuovo. Cercò di non pensarci, si disse cento volte che quella era stata la prima e l’ultima volta. Amava Giorgio e l’avrebbe sposato.
Riuscì finalmente ad alzarsi, fece una doccia per togliersi quello schifo dal corpo e diede una sistemata al letto. Prese i panni di Giorgio e fece il bucato, poi lì stese e stirò i panni già asciutti, pulì tutta la casa. Poi si mise a cucinare per Giorgio; voleva fare tutto quanto per lui, come fosse già sua moglie, per sentirsi un po’ sollevata dal rimorso che la stava massacrando.
Il suo ragazzo tornò a casa prima di Ivan. Non si sentiva bene e per questo aveva lasciato il lavoro con un po’ di anticipo. Il termometro decretò trentotto. La deliziosa cenetta che Angela aveva preparato per lui fu appena sfiorata. Ivan ne mangiò gran parte, ed anche Angela mangiò più del solito. Giorgio si sentiva come un cencio e chiese ad Ivan se aveva voglia di accompagnare Angela a casa.
“No! Prendo la metro!” esclamò la ragazza. Non le piaceva affatto l’idea di stare altro tempo sola con Ivan
“Ma che sei impazzita? - rispose Giorgio - Vuoi essere stuprata da un branco di balordi? Sono già le undici!”
Angela farfugliò una qualche protesta poi si arrese. La ragazza pensò che ne poteva approfittare per chiarire una volta per tutte la storia con Ivan. Il ragazzo nel frattempo non aveva detto una parola, lasciando che i due fidanzati si mettessero d’accordo. Quando capì che sarebbe dovuto uscire restando sempre in silenzio prese le chiavi e si infilò il giubbotto, solo allora si rivolse a Giorgio dicendo:
“Non ti dispiace se poi vado da Cecilia con la macchina vero?”
“No vecchio porco! - disse Giorgio ridendo - però non restare a dormire lì ché se domani mi sento meglio la macchina mi serve per andare in stazione”
“E potresti anche prendere il bus per una volta no! - rispose Ivan ridendo a sua volta - Ok torno a casa solo perché stai male! Ti faccio da mammina va bene?”
Giorgio lo mando a quel paese ridendo come un matto, poi bacio Angela e le diede la buonanotte. La ragazza con un groppo in gola lo vide sparire nella sua camera da letto, dove quella stessa mattina lo aveva tradito col suo presunto migliore amico.
Angela restava in silenzio mentre Ivan guidava verso casa sua. Tutte le parole che si era mentalmente ripetuta non ne volevano sapere di uscire fuori. Pensò che poteva essere meglio iniziare a parlare di qualcosa d’altro per poi portare il discorso a quanto successo quella mattina. Per questo gli chiese:
“Allora poi vai da Cecilia?”
“Gelosa?” fece lui
“Per niente - Angela sapeva di essere arrossita, ma almeno era riuscita a prendere l’argomento - La cosa di questa mattina non si deve ripetere!”
Ivan frenò e svoltò bruscamente fermandosi dietro ad un fabbricato industriale. Accese la luce dell’abitacolo, piantò gli occhi in quelli di Angela e le urlò in faccia:
“Guarda che sono d’accordo con te! Mi sento il peggiore dei vermi per essermi scopato la ragazza del mio migliore amico.”
“Non ti credo! - insistette Angela - non te ne frega niente di lui!”
“Stai zitta troia! - esplose - Sei la ragazza più bella che abbia mai visto e sei fidanzata con un mio amico! Quando ti vedo io non capisco più niente! Chiaro! Sei solo una troia! Una puttana! Giorgio dovrebbe sapere quanto è troia la sua ragazza! Avresti dovuto sentirti mugolare! Ti piaceva vero? Ne volevi ancora? Quanto hai goduto? Ed adesso vieni a farmi la morale!”
Angela singhiozzava. Le parole di Ivan erano state delle pugnalate ed adesso se ne stava lì ferita a morte. La parola “puttana” le rimbombava in testa. Ivan gelido sibilò:
“Adesso te lo faccio vedere quanto sei puttana!”
Si aprì la patta e tirò fuori il cazzo già duro, spense la luce. Poi le ordinò:
“Prendilo in bocca”
Angela restava immobile con lo sguardo fisso sul pene di Ivan. Vederlo le ricordava quello che era successo quella mattina e già sentiva la vagina inumidirsi. Ivan, spazientito, le mise una mano dietro il collo e la spinse bruscamente verso il suo palo che la aspettava. Angela aprì le bocca ed accolse il membro di Ivan tra le sue labbra. Iniziò ad andare su e giù e sentiva il respiro del ragazzo farsi affannoso. Il pene di Ivan le fremeva in bocca. Nel frattempo il ragazzo le aveva aperto la lampo dei pantaloni ed aveva infilato la sua mano nelle candide mutandine per toccare il sesso della ragazza. Col pene di Ivan ancora in bocca Angela inizio a mugolare ed a muovere il bacino per assecondare il movimento della mano di lui. Poi d’un tratto Ivan la fece fermare. Con una rapidità fenomenale tolse alla ragazza le scarpe, i pantaloni e le mutande, poi ribaltò il sedile di Angela che si ritrovo a guardare il tettuccio della macchina. Ivan si infilò un profilattico e fu in un attimo dentro di lei. Angela ritrovò tutto il piacere della mattina, e si perse definitivamente. Ivan aveva ragione, era proprio una puttana. Stava scopando in una macchina, con un ragazzo che conosceva solo superficialmente, mentre il suo uomo ignaro dormiva, con il terrore che qualcuno li vedesse eppure non voleva che la cosa finisse. Le piaceva tutto. Stava godendo ancor più della mattina, sentiva il pistone di Ivan che le entrava dentro, sentiva l’orgasmo avvicinarsi. Le piaceva sentire l’affanno e qualche gemito rauco del suo stallone, sentiva i gemiti salirle dalla gola, sapeva che a lui piaceva sentirla gemere e perciò gemeva. Quando arrivò il primo orgasmo piantò le unghie nella schiena del suo amante e lo morse tra la spalla ed il collo. Poi senza nemmeno accorgersene sospirò: “Ivan sfondami” ed il ragazzo accelerò il ritmo entrandole dentro con maggiore veemenza ripetendo “sei una puttana” ogni volta che le dava un colpo. Raggiunsero il culmine assieme, lui urlo il nome della ragazza, mentre lei non riuscì ad emettere altro che dei sibili. Poi lui le crollò addosso e restò così per un po’ mentre Angela gli accarezzava la schiena. Dopo uscì da lei, butto il preservativo dal finestrino e la riportò a casa senza che nessuno dei due dicesse una parola.
Angela si abbandonò definitivamente a quella passione. Ogni mattina si recava a casa di Giorgio e lì c’era Ivan che la aspettava per farla godere. Angela varcò anche la frontiera del sesso anale. Ivan era un vero stallone sempre pronto a farla godere. Ogni tanto incontrava per le scale i vicini di casa che la squadravano; probabilmente qualcuno di loro aveva capito qualcosa, ma questo non le impedì di continuare la tresca.
Una sera i tre erano a tavola. Angela sentì il piede di Ivan che risaliva lungo la sua gamba e le si infilava sotto la gonna, e iniziava a solleticarla in mezzo alle gambe. La ragazza iniziò ad assecondare i movimenti del piede di Ivan, tra l’estasi per l’intrigante giochino ed il terrore che Giorgio potesse accorgersene per qualche motivo. Arrivò a Giorgio la consueta telefonata della madre, il ragazzo prese il cellulare ed entrò in stanza. Appena fu chiusa la porta Ivan scattò verso Angela, la mise contro il muro e sfilatele le mutante la penetrò violentemente tanto che la ragazza trattenne a fatica un urlo. Schiacciata contro il muro da Ivan, Angela si abbandonava al piacere in silenzio. Sapeva che il suo ragazzo poteva rientrare nella stanza da un momento all’altro ma la cosa invece di terrorizzarla la eccitava da morire, un’altra frontiera era stata varcata. Iniziò a muoversi all’unisono con Ivan ed i due raggiunsero l’orgasmo insieme, in silenzio. Quando Giorgio tornò i due si erano già ricomposti ed Angela chiese a Giorgio di riportarla a casa.
Qualche giorno dopo Angela accendendo il suo cellulare ricevette da Ivan un criptico sms di tre parole: “Non succederà più”. Ivan si riferiva certamente alla loro tresca, ma Angela non riusciva a capire il motivo per cui lui avesse deciso che la cosa era finita lì. Fu invasa dal terrore. Giorgio aveva forse saputo? Inquieta chiamò Ivan al cellulare ma sentì solo il detestabile ritornello del cliente al momento non raggiungibile. Il terrore crebbe. Doveva sapere se Giorgio sapeva o no. Avrebbe potuto chiamarlo con una scusa e capire la cosa dal suo comportamento, ma nel dubbio preferì evitare. Uscì di casa e prese l’autobus per andare da Ivan. Mentre era sul bus ripensò alle giornate precedenti quando andava a scoparsi il migliore amico del suo ragazzo, già per strada si eccitava pensando ad Ivan, invece adesso era solo angosciata dal fatto che la cosa si rivelasse più grande di lei. Senza nemmeno pensare entrò in casa usando le sue chiavi. Dei rumori giungevano dalla camera di Ivan, e sulla loro natura non c’erano dubbi. Ivan l’aveva scaricata ed adesso stava lì a far impazzire un’altra ragazza. Poteva andarsene, ma il suo orgoglio glielo impedì. Sentiva i gemiti dell’altra. Un’altra. Un’altra che si faceva impalare dal magnifico pene di Ivan al posto suo. Bruciava di gelosia. Una gelosia diversa da quella che provava quando vedeva qualche fanciulla guardare troppo insistentemente Giorgio. Era gelosa del fatto che lei stesse godendo mentre fino a ieri aveva goduto lei. Se era finita ok, ma almeno questa scopata sarebbe rimasta loro sullo stomaco e decise di irrompere nella stanza. Invece restò impietrita. Dalla porta socchiusa vide i due sul letto. Erano Ivan e Daniela. La sua amica Daniela che stava cavalcando Ivan prossima all’orgasmo con la schiena inarcata , gli occhi socchiusi ed il labbro inferiore leggermente teso. Ivan e passava le mani sul seno ben più rigoglioso di quello di Angela, che si sentì mortificata. Incapace di scappare rimaneva lì a guardare le scena con i mugolii della sua amica che le rimbombavano nella testa. Iniziò ad eccitarsi e con la mano cercò il proprio sesso ed iniziò a masturbarsi guardando i due che imperterriti continuavano la loro rumba. Daniela arrivò al culmine. Angela sapeva bene cosa volesse dire arrivare al culmine con Ivan. Accelerò il ritmo della masturbazione e venne soffocando un gemito di piacere nello stesso momento in cui veniva anche lui. Daniela doveva ancora imparare a venire insieme ad Ivan. Col respiro ancora affannoso iniziò ad allontanarsi dalla porta della camera guardando i due che riprendevano fiato uno nelle braccia dell’altra. Uscita in strada pianse a dirotto.
Dopo due giorni Ivan annunciò di aver trovato casa per conto suo e dopo una settimana la storia con Daniela fu ufficializzata. Angela entrò in un torpore da cui si risvegliò a fatica Ci furono delle uscite a quattro ma tra Ivan e Daniela non durò. Il ragazzo abbandono definitivamente l’università ed uscì per sempre dalle loro vite. Oggi Angela e Giorgio sono sposati ed hanno due figli. Fanno l’amore con buona frequenza ed Angela ha riscoperto il piacere di addormentarsi tra le sue braccia, in fondo non aveva mai smesso di amarlo. La sua vita è piena di soddisfazioni e si sente felice. Solo un pensiero in un angolo remoto della sua mente ogni tanto la turba. Sa bene che un giorno il campanello suonerà e sulla porta ci sarà Ivan che col suo ghigno le dirà: “Cinque minuti sono passati!” come la prima volta che è stata sua. Allora tutto inizierà dal principio.

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